In Italia del sud, i Normanni intervengono in un ambito caratterizzato dalla coesistenza su uno stesso territorio di popolazioni cristiane di tradizione latina o bizantina, di Musulmani e di Ebrei. La conflittualità politica e religiosa si esprime negli scontri opponenti il papato, il Sacro impero germanico e l’Impero d’Oriente, mentre la vicinanza delle terre dell’Islam rende la situazione altrettanto complessa.

In nome della lotta all’islam, i Normanni giustificano le campagne di conquista. Per controbilanciare il ritratto di « maledetti normanni » fatto dai cronisti sfavorevoli ai predoni, i mercenari normanni riescono ad avvalersi di una mitica origine che li rende campioni della cristianità in un contesto storico in cui le mentalità si accingono alle Crociate.

In una prima fase, i signori normanni sostengono a Roma i pontefici fautori della Riforma gregoriana opponendosi alle prerogative dell’imperatore germanico. In tal modo, dopo vani tentativi di frenare la loro ascesa, il papato riconosce le conquiste degli Altavilla. Ma dopo l’anno 1130, i nuovi re normanni si impegnano nel rinforzo del controllo sulle chiese del regno e gravano con tutto il proprio peso sulla politica della Santa Sede.

L’organizzazione ecclesiastica durante il dominio normanno è segnata in particolar modo dal moltiplicarsi di piccole diocesi in cui i vescovi hanno pochi poteri riguardo allo status vescovile dei regni occidentali. L’epoca normanna segna invece un periodo di espansione del monachesimo. Molti monasteri greci e latini saranno stabiliti nella Sicilia appena sarà stata ripresa ai Musulmani, mentre fondazioni nuove sono favorite dai conquistatori normanni nelle province continentali del Mezzogiorno. Tuttavia, gli ordini riformati che hanno fatto la loro comparsa in Francia, a cavallo tra i secoli XI e XII, non conoscono nel regno normanno notevole successo.
 

Prima dei Normanni

La rete di diocesi

Sacerdoti e parrocchie

Il monachesimo greco

Il monachesimo benedettino

Il monachesimo riformato