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La Chiesa in Italia Meridionale sotto i Normanni

La rete di diocesi

Prima ostacolati dal papa, i Normanni ne ottengono poi nel 1059 il riconoscimento delle loro conquiste presenti e future nel Concilio di Melfi. Tale accordo imposto con la forza concede agli Altavilla la Legazia Apostolica sulla Calabria bizantina come sulla Sicilia musulmana ; nel contempo, in ogni contea delle province dipendenti dalla cristianità latina, i signori normanni promuovono la creazione di nuovi episcopi. Ben 150 diocesi coesistono di lì a poco nei territori dominati dai Normanni.

I signori normanni intraprendono la ricostruzione della gerarchia ecclesiastica attorno alle loro capitali : Capua e Salerno in Campania, e alle metropoli di Trani, Bari, Brindisi e Taranto in Puglia. In maniera simbolica, Aversa, prima contea normanna, riceve un titolo episcopale assoggettato alla Santa Sede Apostolica. Ma queste apparenti concessioni alla guida pastorale nascondono a malapena una presa di controllo sugli assetti episcopali : i vescovi meridionali con diocesi dall’estensione minima sono personaggi poco importanti, posti nella dipendenza dall’autorità dei conquistatori.

In compenso i Normanni dichiarano di servire la Chiesa, particolarmente nella riconquista della Sicilia musulmana e tramite la sistemazione progressiva di una gerarchia cattolica e romana nelle zone latine di rito bizantino, in Calabria e nella parte meridionale della Puglia. La gerarchia greca viene prima confermata e organizzata in province composte di più diocesi poste sotto l’autorità di un metropolitano nominato dai Normanni (Reggio di Calabria, Rossano, Cosenza) ; in seguito, succedono nomine di vescovi latini, senza che mai, per pragmatismo, i Normanni rifiutassero i cristiani di rito bizantino col pretesto di eresia o l’accusa di scismatici. Sopravvivono dunque delle minoranze greche durante tutto il periodo medievale.

Giunti in Sicilia, i Normanni trovarono soltanto due vescovi tollerati dai principi musulmani a Palermo e a Catania. La riorganizzazione è dunque avviata dalla tabula rasa e ripeterà le fasi della progressione normanna. La diocesi di Troina è fondata fin dal 1062 allorquando la conquista è tutt’altro che ultimata (1092) ; Troina è eletta da Ruggero capitale del nuovo dominio. Le sedi di Messina, Agrigento, Siracusa e Catania vengono restaurate, ma dappertutto, è il conquistatore ad imporre i nuovi titolari, tutti quanti di stirpe normanna.

Nell’intero Mezzogiorno succede un mutamento profondo a partire dall’incoronazione di re Ruggero II nel 1130. Il re rifiuta in effetti l’autorità del pretendente romano e riceve la corona dall’antipapa Anacleto. Il re normanno pretende ormai di intervenire in maniera diretta, come l’imperatore, negli scontri e rivalità che creano ripetuti episodi di confusione nella sede apostolica. A Guglielmo II viene concesso nel 1156 da papa Adriano IV un concordato che gli fornisce ampie possibilità di intervenire nelle nomine episcopali.

 

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