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La Chiesa in Italia Meridionale sotto i Normanni

... Prima dei Normanni

Per capire il rapporto tra Normanni e istituzioni ecclesiastiche in Italia del sud, conviene tener conto dei periodi precedenti la presenza normanna, agli inizi dell’XI secolo. Il territorio che tocca loro è stato del tutto disorganizzato da crisi ripetute tra il VI secolo e il IX secolo : invasioni dei Goti, insediamento dei principati longobardi, conflitti con i Bizantini, incursioni musulmane ; molte sedi vescovili sono abbandonate, l’autorità papale è malsicura.

Perdura una situazione di promiscuità, data la posizione del Mezzogiorno in quanto zona di frontiera gravitante nella duplice sfera di influenza bizantina e romana. Il papa e le autorità costantinopolitane possono ancora organizzare di comune accordo le comunità cristiane in Puglia e in Calabria. Le comunità greche sono tollerate sul territorio latino, in Campania e nei ducati costieri attorno a Napoli. Ma in Sicilia, per via dell’invasione musulmana, soli i vescovi di Palermo e di Catania hanno conservato la loro sede.

Durante il X secolo, la politica del papato consiste nel creare episcopati nei principati che si stanno organizzando a Capua, Napoli, Almalfi, Salerno... La grande circoscrizione longobarda di Benevento mantiene la sua importanza. Ma siamo ben lungi da un riordinamento della gerarchia ecclesiastica. In Normandia, la soppravvivenza delle diocesi aveva garantito una qualche continuità dell’organizzazione carolingia e agevolato l’integrazione dei Normanni pagani. Un secolo più tardi, in Italia del sud, i conquistatori normanni, ormai cristiani, si ritrovano di fronte a una situazione confusa, nel cui riassesto potranno trovare leve di comando
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