Il Mondo Anglo-Normanno

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Artigianato e mestieri

 

    In tutta l’Europa occidentale, nei secoli XI e XII, la quantità di produzione manifatturiera crebbe rapidamente. Per la maggior parte dei prodotti venivano impiegate materie prime tradizionali come il legno, la lana, il ferro, il rame ed il piombo, ma cominciò anche a diffondersi, per la produzione di beni delle classi superiori e della chiesa, l’uso di materie scarse come il vetro ed i metalli preziosi. Le imprese erano, nella stragrande maggioranza dei casi, di piccole dimensioni, mentre le botteghe erano spesso parte della casa dell’artigiano. In questo periodo, cominciano tuttavia ad emergere unità produttive su vasta scala, come le botteghe per la lavorazione della terracotta, create in aree rurali piuttosto che nelle città, come era avvenuto fino ad allora, per la vicinanza con i terreni, da cui veniva prelevata l’argilla, e con le fonti di alimentazione. L’aumento della produttività fu dovuto anche ai progressi della tecnica, come l’invenzione del telaio orizzontale per la tessitura.

Un altro aspetto dello sviluppo economico dell’era anglo-normanna è rappresentato dall’esplorazione di nuovi traffici commerciali. Anche se il commercio rimase essenzialmente di natura locale e regionale, ci sono segni che indicano che l’Inghilterra e la Normandia trassero grandi benefici dall’incremento degli scambi a lunga distanza, soprattutto di quelli concernenti beni di alto valore quali la seta ed il vino, realizzati da mercanti che usavano grandi città portuali come Londra e Rouen. E’ anche possibile che, per un certo periodo, la parentela normanna dei signori dell’Italia meridionale e della Sicilia abbia fatto dei porti di Napoli e Palermo delle destinazioni particolarmente allettanti.

 

La produzione tessile
La metallurgia
Il legno
L'arte della ceramica
Il commercio

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