8

Il regno normanno tra Oriente e Occidente

Guglielmo I: la politica estera

La politica estera di Guglielmo I prosegue quella operata da suo padre nel 
Mediterraneo e in Oriente. Un nuovo tentativo bizantino di approfittare dei disordini del suo regno per riconquistare la Puglia lo conduce a una controffensiva vittoriosa, nel 1156, vicino a Brindisi. Non contento di questa vittoria, manda nel 1157 il catapano di Puglia, fratello di Maione di Bari (il primo consigliere del re) a saccheggiare il mar Egeo con un esercito di 10 000 uomini, per vendicarsi del basileus, il quale, nel 1158, è costretto a firmare una pace trentennale e a riconoscere i diritti degli Altavilla sugli antichi possessi greci d’Italia.
Questo riconoscimento da Bisanzio viene seguito da quello del papato. Di nuovo isolato di fronte agli intrighi dell’Impero germanico dopo la disfatta di Brindisi, papa Adriano IV sente il bisogno di potenti protettori. Costretto a negoziare, rinnova a Guglielmo l’investitura del regno, inclusa Capua e Napoli, con il trattato di Benevento (giugno 1156), confermando anche lo status speciale proprio alla Sicilia, sotto delega della Santa Sede dalla conquista di Ruggero Granconte.
Stabilitasi finalmente la situazione continentale e quella siciliana, purtroppo nei possessi della zona sud del Mediterraneo, la tutela normanna viene messa in discussione dai progressi notevoli degli Almohadi, che intendono unificare il Nordafrica e riprendere tutte le piazzaforti normanne. L’ultima, Mahddiyya, cade in gennaio 1160. È finito il periodo del Mediterraneo normanno.

pagina precedente    pagina successiva