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Il re di Sicilia, duca di Puglia e di Calabria

Il re contro il papa, l'imperatore e i baroni

La pace indispensabile al buon funzionamento di un regno è tutt’altro che raggiunta nel 1130, anzi, il fronte antiruggeriano è potente. Per altri dieci lunghi anni di guerre Ruggero è opposto ai baroni (Roberto di Capua, Giordano d’Ariano, Rainolfo d’Alife, Tancredi di Conversano…), ma anche in rapporti di conflittualità contro papa Innocenzo II e l’Imperatore germanico Lotario III.
Benché operata laboriosamente, prosegue comunque la conquista della parte continentale del Mezzogiorno. Nel 1131, viene annessa Amalfi e, nel 1134, è sottomessa definitivamente Capua, al cui comando Ruggero nomina il suo figlio minore Alfonso.
Alla morte di Onorio II nel 1130, l’urto tra la fazione romana dei Frangipani (alta nobiltà proimperiale) e quella dei Pierleoni (finanzieri e mercanti, avversari dell’Impero), ha portato alla doppia elezione di Innocenzo II e di Anacleto II dei Pierleoni. Sostenuto da Ruggero, Anacleto è riconosciuto a Roma, mentre Innocenzo ripara in Francia. Quest’alleanza permette a Ruggero di ricevere il titolo regio ma provoca l’ira e l’intervento dell’Imperatore germanico, fidato seguace di Innocenzo II ; vuole scendere a Roma per essere insignito dal « suo » papa, rimandando le pretese di Ruggero al titolo di re a rango di usurpazione. Nessun altro che l’Imperatore è in grado di pretendere al supremo titolo. È aperta la lotta all’ »usurpatore normanno ».
Nel 1136, Lotario III scende in Italia ed invade il Mezzogiorno ; ma questo suo successo è effimero, ed egli lascia ben presto la penisola. Nel 1139 muore il più potente nemico di Ruggero, Rainolfo d’Alife, mentre papa Innocenzo II viene fatto prigioniero a San Germano da un figlio di Ruggero. Il 25 luglio 1139, con il trattato di Mignano, il papa non può fare a meno di confermare a Ruggero il titolo di re concesso dal suo avversario Anacleto nove anni prima.

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