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Roberto, duca di Puglia, di Calabria e di Sicilia |
La conquista sistematica: la Sicilia musulmana
La conquista della Sicilia è tra le imprese più leggendarie dei Normanni d’Italia. Fin dal 1050, il papa ha nominato un arcivescovo di Sicilia, e Ruggero, fratello di Roberto Guiscardo, assume dal 1059 il titolo di « futuro duca di Sicilia ». Ma l’isola rimane da conquistare. Il pretesto allo sbarco viene fornito dall’iniziativa dell’intraprendente caid di Catania, Ibn ath-Thumma, venuto in Calabria a chiedere aiuto a Ruggero d’Altavilla, nel 1060, per sconfiggere i suoi tre concorrenti.
Diverse ragioni esistevano a giustificare questa conquista : assicurare la sicurezza della Calabria e porre fine alle scorrerie dei pirati arabi, cancellare l’umiliazione subita dai mercenari normanni, tra cui i primogeniti degli Altavilla, a causa di Giorgio Maniace, vent’anni prima ; infine, più prosaicamente, fare bottino… All’opposto delle precedenti conquiste normanne, l’idea di rivincita del Cristianesimo sull’Islam aggiunge una dimensione religiosa all’impresa, benché i Normanni abbiano provato in seguito di non cercare mai lo sradicamento assoluto dell’Islam dall’isola.
Benché iniziata da Roberto, la conquista rimane soprattutto l’opera di Ruggero, suo fratello, e di qualche diecina o qualche centinaio di soldati a seconda degli anni. Comincia nel 1061 quando Ruggero sbarca nell’isola in nome del fratello e ne occupa la parte orientale, attorno a Messina.
Una tappa importante è segnata nel 1072 quando è presa Palermo, grazie all’aiuto determinante della flotta sequestrata a Bari l’anno precedente. Ruggero assume allora il titolo di « gran conte » di Sicilia.
Opera di un pugno di uomini in un paese molto diviso, certo, ma di difficile accesso, e difeso da uomini risoluti, aiutati qualche volta da soccorsi nordafricani, la conquista risulta difficoltosa e lunghissima. Le città fortificate oppongono una forte resistenza. Del resto, Roberto non ne vede il compimento perché muore cinque anni prima che cada l’ultima roccaforte musulmana, Noto, nel 1091.