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Roberto, duca di Puglia, di Calabria e di Sicilia

La conquista sistematica: i territori longobardi

Gli accordi di Melfi irrobustiscono notevolmente la posizione di Roberto d’Altavilla nel 1059. Egli intensifica la conquista sistematica di tutto il Mezzogiorno, pur dovendo fare i conti con una fronda infinita da parte degli altri baroni normanni (Riccardo d’Aversa, Roberto di Montescaglioso, Goffredo di Conversano, Pietro di Trani …).
Oltre alle terre bizantine, a sud, fissa la propria attenzione al nord del suo territorio, dalla parte della Campania e degli Abruzzi, dove si scontra al più pericoloso rivale – talvolta alleato, ma più spesso nemico -, Riccardo d’Aversa, il quale, da quando è stato confermato definitivamente a principe di Capua (1062), lancia anch’egli qualche offensiva diretta ai territori longobardi ambiti da Roberto Guiscardo. Riccardo d’Aversa rinforza in particolare il proprio potere quando acquisisce il ducato di Adenolfo di Gaeta, e la contea di Aquino.
Tuttavia, dal 1059 in poi, i fratelli e gli alleati di Roberto compiono progressi nella conquista degli Abruzzi, mentre in Campania, ottenuta la resa di Amalfi (1073), Roberto strappa al fratello della sua sposa longobarda, l’ultimo principato indipendente del Sud, Salerno, presa nel 1077. Quest’impresa può ritenersi la fine della conquista perché il tentativo successivo di impadronirsi del principato di Benevento, ormai dipendente dal papato, fallisce nel 1078 ed è scancito dalla rinuncia di Roberto e la sua scomunica, insieme a Riccardo d’Aversa.
A quell’epoca, i tre grandi principati longobardi di Campania sono stati divisi tra le due forze normanne più potenti o consegnati al papato. I principi longobardi sono allontanati dallo scacchiere politico. Date a quel modo le carte politiche, Roberto d’Altavilla, pur non essendo ancora sovrano unico, occupa comunque la posizione prevalente.

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