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I primi signori normanni

Rainolfo Trincanotte d'Aversa e Drogone d'Altavilla

Negli anni precedenti la metà del sec. XI, la politica meridionale è ancora molto instabile. Guaimario, infatti, che pur è riuscito, grazie all’aiuto dei contingenti normanni, a costituire una signoria territoriale assai estesa (controlla Gaeta, Salerno e Capua), si proclama, sfidando in modo palese i Bizantini, duca di Puglia e di Calabria nel 1043. Ma lo sforzo unitario del principe salernitano è destinato a fallire. Alla morte del normanno Rainolfo I, nel 1045, non riesce ad imporre un proprio seguace sul trono di Aversa, dove prevale il nipote di Rainolfo, l’omonimo Rainolfo Trincanotte. Poi, la discesa dell’imperatore germanico Enrico III nel 1047 destituisce del tutto i sogni di gloria di Guaimario, staccando Capua, assegnata a Pandolfo IV. Enrico, inoltre, infeuda le contee di Aversa e di Melfi.
Aversa e Melfi sono ormai due principati normanni italiani di primissimo piano i cui principi hanno intuito di dover trarre legittimità dai più potenti principi dell’epoca. Dopo il riconoscimento da parte del sovrano locale, Guaimario di Salerno, accade in effetti quello molto più prestigioso dall’imperatore Enrico III che insignisce ufficialmente Drogone di Melfi e, contemporaneamente, Rainolfo II per Aversa. Succederà più tardi il terzo riconoscimento da parte del papato, il quale segnerà un mutamento nel rapporto di forza a favore dei Normanni. Nel 1053, papa Leone IX (un Lorenese), deciso a cacciare i Normanni dall’Italia, è sconfitto e incarcerato a Civitate ; non è in grado di rifiutare d’insignire i conti normanni delle loro conquiste (quello che, alla fine, gli permette di rinforzare il proprio potere nei confronti dell’imperatore). Una svolta decisiva nei rapporti con il papato avviene nel 1059 quando, durante il concilio di Melfi, papa Niccolò II riceve Roberto il Guiscardo, erede degli Altavilla, come suo fidelem, come Riccardo d’Aversa, e concede loro di nuovo l’investitura dei loro territori. Ormai i due Stati normanni, considerati dipendenti solo dalla Santa Sede, sono di fatto indipendenti.

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