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I primi signori normanni

Guglielmo Braccio di Ferro e i Normanni a Melfi

Il mutato quadro militare e le variazioni politiche fanno mutare il comportamento dei capi normanni : da mercenari assoldati da diversi principi, diventano padroni del proprio destino. Nel settembre del 1042, Guglielmo d’Altavilla, detto « Braccio di Ferro » e gli altri capi normanni si rivolgono a Guaimario di Salerno (che si dichiara ormai duca di Puglia e di Calabria) per ottenere, con un omaggio vassallatico, il riconoscimento ufficiale delle conquiste. Ansioso di ostacolare i tentativi espansionistici di un altro Normanno, Rainolfo d’Aversa, a detrimento delle sue terre, Guaimario accetta fin dal 1043 l’alleanza con gli Hauteville. Il territorio di Melfi viene organizzato con un sistema « repubblicano », governato da dodici condottieri, cioè dodici baroni, indipendenti l’uno dall’altro, che esercitano in forma collegiale le funzioni pubbliche, grazie a un patto giurato di assistenza reciproca. Prevale comunque la posizione di Guglielmo d’Altavilla, detentore del titolo di conte dal 1042 e sposo della nipote del duca di Salerno. I feudi vengono attribuiti a seconda del rango e del merito : Ascoli spetta a Guglielmo, Venosa a Drogone, mentre Melfi, capitale comune in cui ognuno possiede un palazzo e controlla un settore, è rimasta all’infuori della divisione.

Morto Guglielmo nel 1046, il fratello Drogone viene eletto suo successore e conia un titolo che chiaramente esprime il mutamento nello status dei mercenari normanni, come le ambizioni degli Altavilla : « duca e padrone dell’Italia, conte dei Normanni e di tutta la Puglia e la Calabria ». Il duca di Salerno gli dà una figlia per sposa. Ricuperando il progetto longobardo di svincolare la Puglia dal dominio bizantino, i Normanni proseguono nell’impadronirsi in tal modo di gran parte delle terre dell’Impero d’Oriente. 

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