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Gli avventurieri normanni

I mercenari normanni in Italia. La rivolta di Melo di Bari

Venuti prima in quanto pellegrini, i Normanni sono ben presto utilizzati dai diversi principi locali per le loro competenze di guerrieri. Diventano mercenari, tipo questo di reclutamento militare il più frequente a quell’epoca in quella regione del Mediterraneo.
Le prime menzioni di mercenari normanni fornite dai cronisti italiani ne datano l’arrivo intorno all’anno 1016. Un gruppo di pellegrini normanni al Monte Gargano viene chiamato da Melo di Bari in rivolta contro le autorità bizantine. Benché efficacemente iniziata, questa prima impresa fallisce. Soltanto dieci cavalieri sopravvivono dei duecentocinquanta coinvolti nel 1018 nella battaglia di Canne. I Normanni, anche se più prudenti, continuano tuttavia a ingrossare le file dei mercenari dei diversi signorotti locali.
L’instabilità politica in Italia meridionale contribuisce, insieme ai racconti dei soldati di ritorno nella regione natia, a far nascere altre vocazioni per il servizio mercenario. Alcuni motivi peculiari della Normandia del primo XI sec. sono anche da considerarsi. I nuovi immigranti sono in effetti soprattutto esuli che hanno lasciato la terra perché condannati all’esilio, pena frequente in Normandia, dove gli inizi del sec XI vedono rinforzarsi la giustizia ducale. Dichiarandoli fuorilegge, il duca si sbarazza dei signori colpevoli, quali Osmond Drengot, fuggito insieme ai fratelli nel 1017, dopo un delitto d’onore. Ribellatisi all’autorità ducale, l’abate di Saint-Evroult, Roberto di Grandmesnil, o il conte di Mortain, Werlenc, si espatriano nell’XI secolo per sottrarsi all’ira di Guglielmo il Conquistatore.
Per gli individui di rango più modesto, cui mancano sia le terre che il denaro, soprattutto dei signorotti che non sperano molto della divisione dell’eredità paterna, l’espatrio rappresenta la fortuna di arricchirsi e di elevarsi socialmente. Questo è il caso dei fratelli di Hauteville.

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