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Il destino dell'Italia normanna

Dagli Angioini agli Aragonesi

Il dominio angioino sull’antico regno normanno (1266) sarebbe durato fino alla conquista definitiva dagli Aragonesi nel 1442. Ma già il lunedì di Pasqua 1282, una provocazione abbastanza banale fa nascere contro gli Angioini la sommossa nota come « Vespri Siciliani ». Umiliati dall’occupazione dei nuovi conquistatori e dal duro fiscalismo angioino, i siciliani massacrano migliaia di francesi.
Il governo dell’isola è allora affidato al genero di Manfredi di Taranto, Pietro III d’Aragona (1276-1285), uno degli istigatori della rivolta, con la complicità dell’imperatore bizantino Michele VIII Paleologo. Gli Angioini hanno perduto la Sicilia ; essa tornerà unita a Napoli molti anni dopo, al momento della conquista aragonese.
La sorte di Napoli e della Sicilia pone in effetti complessi problemi di successione, tra eredi designati, non più detentori del potere in linea diretta. Nel 1423, Alphonse V, re d’Aragona e di Sicilia (1416-1458), fallisce nel tentativo di sottrarre l’eredità di Napoli. Il papa e Milano sono in quel periodo alleati con gli Angioini. Alla morte di Giovanna II di Napoli, Alfonso è di nuovo sconfitto, e catturato nella battaglia navale all’isola di Ponza, nel 1435, ma sa farsi alleato il duca di Milano per poi, nel 1442, cacciare Renato d’Angiò da Napoli.
Un ampio regno mediterraneo che va dalla Catalogna, alla Sardegna a Napoli, alla Sicilia è stato creato per mezzo secolo. Avendo unificato Palermo e Napoli, Alfonso, re d’Aragona, assume anche il titolo di re delle Due Sicilie.

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