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Il destino dell'Italia normanna

Dagli Aragonesi alla fine dell'indipendenza: il viceregno spagnolo

Nel 1495, Carlo VIII di Francia è chiamato in Italia dal duca di Milano, Ludovico il Moro. Entra a Napoli dopo aver vinto la debole resistenza di Ferdinando II d’Aragona, detto Ferrandino, che ripara in Sicilia.
In marzo 1496, una lega , detta « coalizione di Venezia », è composta da papa Alessandro VI, gli Asburgo d’Austria, la Spagna, Venezia e Milano per cacciare i francesi dall’Italia. Temendo di vedersi chiudere alle spalle la via della ritirata verso la Francia, Carlo VIII abbandona Napoli lasciandovi un presidio e si ritira verso nord per tornare in Francia. Ferdinando II è di ritorno a Napoli, aiutato da una flotta spagnola, e ottiene la resa dei francesi. Ma il conflitto franco-spagnolo prosegue in Italia meridionale. In aprile 1503, le disfatte francesi di Seminara e Cerignola, in Puglia, portano a termine la riconquista del regno di Napoli dalla corona di Spagna.
Il regno che fu dei Normanni viene ormai affidato a un vicere e integrato nell’impero di Carlo Quinto (1500-1558), titolare delle corone di Spagna e dell’impero romano germanico. Tale situazione viene definitivamente sancita dal trattato di Cateau-Cambrésis, il 3 aprile 1559 : un accordo tra Enrico II, re di Francia, e Filippo II di Spagna, pone fine alle pretese francesi in Italia.

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