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La fine del regno normanno. L'avvento degli Svevi

Enrico VI di Hohenstaufen

Durante la spedizione del 1191, Enrico VI è stato incoronato imperatore a Roma, ma la sua opera offensiva è stata interrotta dalla resistenza delle città d’Italia meridionale, come da un’epidemia nel suo esercito. Torna nel 1194 appoggiato da Genova e Pisa. Tancredi di Lecce è morto. Gugliemo III di Sicilia è un bambino. I baroni normanni, scoraggiati, si sottomettono. Salerno è rasa al suolo, e le altre città capitolano. Nell’arco di appena qualche settimana, l’Italia del Sud è in mano alle truppe imperiali ; poi, la Sicilia è invasa. Si promettono alcuni compensi a Guglielmo II e a sua madre, reggente del regno.
Ma il giorno successivo all’incoronazione, il 25 dicembre 1194, e contrariamente a quanto aveva lasciato supporre fino a cingere la corona, Enrico VI si attacca alla nobiltà normannosiciliana in una sanguinosa campagna di repressione. Le spoglie di Tancredi e di suo figlio Ruggero sono profanate, Guglielmo III è mutilato e mandato in prigionia in Germania.
Nel 1197, i pochi baroni normanni scampati alle stragi si rivoltano contro la spoliazione operata automaticamente dai favoriti dell’imperatore, ma la repressione risulta di nuovo estremamente feroce. Tutti i ribelli catturati vengono suppliziati. Dubitando perfino del sostegno di Costanza d’Altavilla, Enrico VI non esita a incarcerare sua moglie a Palermo.
In agosto 1197, morente, stende un testamento col quale riconosce l’Italia normanna feudo della Santa Sede. Il regno deve dunque spettare al papa in caso di vacanza del potere ; Enrico VI muore a Messina il 23 settembre 1197.

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