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La fine del regno normanno. L'avvento degli Svevi

Tancredi di Lecce re di Sicilia

Lungo tutta la loro storia, i Normanni d’Italia sono rimasti contrari all’imperatore germanico, e molte differenze nella cultura quanto nelle mentalità oppongono le popolazioni del Mezzogiorno ai « Tedeschi ». Le pretese di Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II e zia di Guglielmo II, col titolo di erede legittima, sono poco accettate per via del suo matrimonio col figlio di Federico I di Hohenstaufen il « Barbarossa » nel 1184.
Nel primo 1190, si pone dunque sul trono di Sicilia un nipote di Costanza, cugino primo di Guglielmo II, Tancredi di Lecce, figlio illegittimo di Ruggero II. Tancredi è un grande capo militare, coraggioso e intelligente, benché venga caricaturato ad individuo brutto e privo di levatura. Le critiche vengono soprattutto dai cronisti favorevoli all’imperatore, quali Pietro d’Eboli, il quale narra in maniera precisa e particolareggiata dell’intervento di Enrico VI.
All’inizio del regno di Tancredi si svegliano le velleità di rivolta dei vassalli d’Apulia e dei briganti musulmani nascosti nelle zone di montagna inaccessibili al centro della Sicilia. Quando Enrico VI scende in Italia nel 1191, il re è stato abbandonato da molti alleati o vassalli, ma gli rimangono fedeli le città alle quali ha attribuito certi favori. Napoli resiste a un assedio e Salerno riesce perfino a catturare l’imperatrice Costanza, portata a Palermo e quindi imprigionata a Napoli. Respinto l’imperatore per qualche tempo, Tancredi ottiene il riconoscimento dal papa ma Costanza sfugge.
Nel 1193, Tancredi viene a patti coll’impero bizantino, facendo sposare al figlio primogenito una figlia del basileus Isaac Angelo. Per assicurare la continuità dinastica, Tancredi fa incoronare Ruggero III, ma egli muore nel 1193, prima dello stesso Tancredi, morto il 20 febbraio 1194 nel palazzo reale di Palermo, lasciando Guglielmo III, erede troppo giovane per poter regnare.

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