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Arte e architettura normanna |
Le opere letterarie : la storiografia
La stesura delle vicende storiche nell’Italia normanna si inserisce nella tradizione dei cronisti monastici che intendono mettere in rilievo le antiche origini e l’importanza delle fondazioni legate a santi personaggi, rammentare le protezioni e i privilegi di cui hanno beneficiato, e anche raccogliere gli atti giustificanti diritti e possessi. I pezzi principali di questa storiografia sono le cronache di Santa Sofia di Benevento, San Clemente di Casauria, negli Abruzzi, San Benedetto di Montecassino ; ma sono anche prodotti da centri meno rinomati : San Bartolomeo di Carpineto o Sant’Agata di Catania in Sicilia. I Chronica monastici esprimono a proposito del periodo della conquista degli avvisi divergenti, talvolta ostili ai Normanni ; in seguito riconoscono per la maggior parte dei casi la legittimità del nuovo potere.
Si contraddistinguono autori ed opere segnatamente favorevoli ai Normanni nella produzione degli scriptoria monastici. La Storia dei Normanni di Amato di Montecassino ne è uno degli esempi più famosi (1073-1080 c.). La Storia di Goffredo Malaterra, stesa a Sant’Agata di Catania, verso il 1098, e dedicata al regno di Ruggero I il Granconte, presenta la peculiarità di essere l’opera di un immigrato normanno, proveniente dall’abbazia di Saint-Evroult-en-Ouche. Un’altra opera si interesserà della biografia di Ruggero II, scritta da Alessandro, abate di San Salvatore di Telese, vicino a Caserta, verso il 1140.
La prima storiografia della conquista appartiene a un genere letterario differente, ossia quello di natura storico-epica, versi che esaltano la figura di Roberto il Guiscardo stesi da Guglielmo di Puglia, nel tardo XI secolo. Esiste anche una produzione storiografica non direttamente monastica. Esprime sia le opinioni dei popoli vinti, come succede nella cronaca del lombardo Falcone di Benevento, scritta dopo il 1154 da un funzionario della curia pontificia ; sia il punto di vista degli ambienti vicini alla corte, come la cronaca di Romualdo Guarna, arcivescovo di Salerno e autore di una storia universale che termina col periodo normanno (1170-1180).
Tra le opere più famose vanno citate quelle di Ugo Falcando, autore di un Libro del regno di Sicilia (Liber de Regno Siciliae, e di Pietro da Eboli, autore di un libro dedicato all’imperatore Enrico VI (Liber ad honorem Augusti). Stese alla fine del periodo (negli anni 1180-1190), rivolgono delle critiche a volte aspre alle lotte intestine ricorrenti alla corte dei re normanni e esprimono una presa di posizione nei riguardi del conflitto tra gli ultimi discendenti degli Altavilla e gli imperatori germanici.