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Artigianato e mestieri |
La ceramica
Nell’epoca normanna, la ceramica è uno tra i rari prodotti che circolano in grandi quantità e a lunga distanza ; dopo aver importato modelli orientali, l’Italia normanna diventa a sua volta esportatrice.
Nel primo XI secolo, gran parte della ceramica utilizzata nel Mezzogiorno è di importo dall’Oriente bizantino o musulmano. Si tratta in particolar modo della produzione di lusso i cui modelli sono copiati nelle figuline siciliane (Piazza Armerina, Agrigento, Cefalù…) che rimangono sotto il dominio normanno un attivo focolaio di produzione. I prodotti più raffinati fanno parte anche della decorazione architettonica nelle chiese e nei palazzi, in cui la geometrizzazione policroma impiega in abbondanza questo materiale nel periodo normanno, ispirandosi nuovamente all’ornamentazione delle civiltà orientali. Si produce una grande quantità di ceramiche di uso comune in numerose figuline locali, per tutti gli impieghi quotidiani : strumenti da cucina, vasellame, lampade… ma anche per il trasporto e la conservazione delle derrate. L’Italia romana aveva issato la produzione di ceramiche a livello industriale, o quasi, e vendeva i suoi prodotti nell’intero bacino mediterraneo. Nell’arco di un secolo di presenza normanna, gli archeologi individuano una rinascita di quei sistemi produttivi, com’è appunto il caso per la condizionatura del grano, dell’olio e del vino;
Si conoscono le varie fasi della produzione delle ceramiche attraverso testimonianze scritte che ne segnano le differenti specializzazioni, dal magister della figulina all’assistente preparatore, via gli specialisti della fabbricazione dei prodotti finiti : orci e anfore. La perizia tecnica degli artigiani si evidenzia nella produzione di ceramiche di uso comune con pareti fini. La decorazione dei grandi pezzi è composta di bande di color rosso caratteristiche del periodo. Il vasellame di lusso, decorato a motivi finemente cesellati e invetriato, è ancora imparentato alla matrice arabo-bizantina dei secoli XI e XII, e darà nascita a una produzione del tutto regionale nel primo XIII secolo. Gli scavi archeologici di abitazioni signorili in Campania, particolarmente a Salerno, hanno individuato testimonianze di queste diverse produzioni.