Liste des sites du Pays de Caux

Longueville-sur-Scie
(canton de Montivilliers, Seine-Maritime)

Recinto castrale primitivo (XI sec) e castello di pietra (XII)

    Il recinto. Situato in fondo alla valle della Scie e poco distante dal centro dell’agglomerato, quest’impianto fortificato corrisponde verosimilmente alla sede originaria dell’ ”honneur ” di Longueville, feudo dei Giffard, il quale rappresentava uno dei potenti lignaggi del Pays de Caux. La terra proveniva probabilmente dalla dote di Wevia, sorella della duchessa Gunnor e madre di Gautier I Giffard, il che viene chiaramente a conferma di un insediamento accertato a Longueville prima della metà dell’XI secolo. Nelle peculiarità stesse dell’impianto si ritrovano le caratteristiche proprie dei castelli ormanni dei primi decenni del secolo : un ampio recinto ovale delineato da una cinta di terra a mezzaluna, niente motta, almeno nella fase originaria (il grandissimo poggio dietro il recinto risulta appunto un’aggiunta). Non compare sul sito alcuna traccia di costruzione con muratura.

Il castello di pietra. Costruito senza dubbio sul finire dell’XI o all’inizio del secolo successivo, per sostituire un castello preesistente in fondo alla valle, le sue rovine maestose si innalzano su un’altura collinare , prospiciente il borgo e il sito dell’antico priorato di Sainte-Foy, fondato da Gautier II Giffard (1093 ca.). L’opera primitiva era un grande recinto ovale di pietra, sprovvisto senz’altro di torri di fiancheggiamento. Negli archivi viene comunque fatta menzione di una grossa torre d’ingresso, di fronte all’altopiano. È possibile che questa torre-porta di cui si vede tuttora un tratto di muratura tarda fungesse da torrione. Un fossato profondo rinchiude il sito, raddoppiato una volta da una bassa corte a semicerchio di fronte all’ingresso.

Jacques Le Maho

Bibliografia

- J. Le Maho, « Notes de castellologie Haut-Normande : châteaux à motte, enceintes et églises fortifiées (XIe-XIIe s.) », Autour du château médiéval, Société Historique et Archéologique de l’Orne, Mémoires et documents n° 1, 1998, p. 224