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Bernay
(canton de Bernay, Eure)
Chiesa abbaziale di Notre-Dame |
L’abbazia
da cui dipendeva la chiesa è stata creata durante il primo decennio dell’XI
secolo da Giuditta di Bretagna, la quale le aveva dedicato parte del dotario
costituito dallo sposo, Riccardo II, duca di Normandia. Per portarla a termine,
Riccardo diede la committenza all’abate italiano Guglielmo di Volpiano (†
1028), riformatore dal 1001 del monastero di Fécamp. Dopo una fase in cui
vennero rallentati i lavori, sembra che quel compimento sia stato ultimato in
realtà dal primo abate dell’abbazia allorquando essa era diventata autonoma,
ossia Vitale di Creully (nominato nel 1060 circa, † 1082). Del resto lo stesso
Vitale di lì a poco sarebbe stato promosso alla carica di abate di Westminster,
considerato il fatto che "da quel poco che era, aveva notevolmente
contribuito a far crescere l’abbazia di Bernay ".
La programmatica dei lavori come lo svolgimento cronologico delle diverse fasi
pone i un problema delicatissimo, oggetto di controversie ; risultano comunque nel
complesso dei primi tre quarti dell’XI secolo.
Nonostante una storia movimentatissima e delle mutilazioni irreversibili, (particolarmente
della facciata e dell’abside), questa chiesa misconosciuta per molto tempo ha
conservato gran parte del suo interesse eccezionale, il quale risiede
fondamentalmente nei suoi caratteri novatori, destinati a divenire vere e
proprie peculiarità dell’architettura romanica anglo-normanna:
- 1° un capocroce dalla planimetria gradonata, di tipo benedettino (al posto del
deambulatorio o del semplice capocroce piatto), unico esempio nel 1020 in
Normandia (tranne Lonlay), da considerarsi ragionevolmente espressione dell’influenza
di Guglielmo di Volpiano ; tali modulistiche saranno in seguito copiate nelle
abbazie di Caen ;
- 2° delle pile composite, apparse contemporaneamente, cioè
verso il 1030, a Auxerre come a Nevers o a Saint-Benoît-sur-Loire;
- 3° un
camminamento (passaggio dentro lo spessore del muro) nella parte alta del muro
orientale del transetto, soluzione precedentemente realizzata nella chiesa di
Sainte-Bénigne di Dijon.
Per quanto riguarda l’ornamentazione, essa è ancora molto abbondante,
svariata e di bella manifattura. Tre botteghe di lapicidi sono state individuate
: la prima si appoggia sulle fonti artistiche della valle del Rodano e della
Borgogna (capitelli con palmette ed intrecci sulle aperture del secondo livello
del coro e del transetto) ; la seconda si ispira all’arte ottoniana (decorazioni
vegetali e motivi animalistici raffinati su canestri a tronco di cono); l’ultima,
nella navata, presenta canestri derivati dal corinzio.
Bibliografia
- Baylé, Maylis. " L’ancienne abbatiale de Bernay ", Congrès
archéologique de France, 138e session, 1980 [1983], p. 119-162
- Baylé, Maylis. Les origines et les premiers développements de la sculpture
romane en Normandie, Art de Basse-Normandie, n°100 bis, 1992,
spécialement p. 58-70 (voir également l’index p. 447)
- Baylé, Maylis. - L’architecture normande au Moyen Age. 2. Les étapes de
la création, Caen, 1997, p. 27-31 (bibliographie p. 350)
- Grodecki, Louis. " Les débuts de la sculpture romane en Normandie.
Les chapiteaux de Bernay ", dans Bulletin monumental, 1951, p.
7 à 61
- Guillaume le Conquérant et son temps, Art de Basse-Normandie, n° 97,
Hiver 1987-1988, p. 113
- Musset, Lucien. - Normandie romane, 2. Haute-Normandie, La
Pierre-qui-Vire, 1974, p. 45-57 et pl. 1-23 (plan p. 52)
- Les siècles romans en Basse-Normandie, Art de Basse-Normandie, n° 92,
Printemps 1985, p. 92