Saint-Sauveur-le-Vicomte
era nell’XI secolo la sede del viscontado del Cotentin, affidata alla famiglia
dei Néel, fondatori dell’abbazia benedettina di Saint-Sauveur nel 1067.
Perché
si era ribellato al giovane duca Guglielmo nel 1047, insieme ai baroni della
Normandia occidentale, Néel II, dopo la disfatta di Val-ès-Dunes, venne
espropriato dalla sua viscontea e dovette subire l’esilio per sette anni prima
di ritrovare i suoi possessi, pur rimanendo privato della sua carica.
Saint-Sauveur
venne in seguito affidato alla famiglia dei Taisson e quindi agli Harcourt.
Godefroy, uno dei figli minori, ne ereditò all’inizio della Guerra dei Cento
anni alla quale partecipò attivamente… dalla parte degli inglesi. Quando fu
morto, la sua baronia venne legata ad Edouard III d’Inghilterra, il quale vi
nominò uno dei suoi migliori capitani, John Chandos.
Il
castello di terra e di legno dei Néel è
stato sostituito nel XII secolo da un massiccio torrione a pianta quadrata,
sostenuto da contrafforti piatti, innalzato all’angolo sud-est prospiciente la
valle della Douve. Si aggiunse a sud-ovest nel XIII secolo il robusto baluardo
della Batterie, chiamato anche il Vieux Donjon, ciò che induce a supporre che
il torrione romanico fosse stato in gran parte smembrato.
Nel
secolo successivo vennero ristrutturati per rinforzarli i castelletti, le
cortine e le torri di fiancheggiamento dell’alta come della bassa corte, per
volere di Godefroy d’Harcourt e di John Chandos. Fu anche in parte riedificato
il torrione, e vi si aggiunsero delle caditoie e delle merlature. È nel XVI
secolo che venne costruita sulla piattaforma della sommità la casetta
esteticamente azzardosa che la ricopre in maniera inaspettata.
Bernard Beck
Bibliografia