Il mondo anglo-normanno

Orderico Vitale (1114/41 circa)

Historia ecclesiastica

Orderico Vitale è senz’altro il più importante degli storiografi normanni dell’epoca ducale. Nacque in Inghilterra (Atcham) il 16 febbraio 1075; da un padre francese, Odelerio, originario di Orléans, mentre sua madre era inglese. Era dunque il figlio di uno tra i tanti mercenari assoldati dal duca di Normandia per conquistare l’Inghilterra nel 1066.

Dopo studi elementari a Shrewsbury il giovane Orderico, compiuti i dieci anni, fu mandato dal padre in Normandia e affidato al monastero di Saint-Evroult (in regione d’Ouche) restaurato dalla famiglia di Grandmesnil nel 1050. In questo cenobio venne chiamato Vitale, soprannome che da allora avrebbe sostituito il nome di battesimo.
Dal 1085 in poi la storia di Orderico diviene quella delle convenienze del monastero dove rimane fino alla morte, nel 1142 circa. Egli dedicò tutta l’energia e tutto il suo talento allo scriptorium e alla biblioteca dell’abbazia. Viaggiò raramente fuori del ducato : in Inghilterra a Crowland e a Worcester, in Francia e in Borgogna, in particolare per il grande raduno di Cluny nel 1132.

Orderico diventò ben presto un copista di grande talento. Una ventina di manoscritti sono in parte o totalmente autografi; sappiamo che copiò ad esempio l’Historia ecclesiatica di Bede, i Gesta Normannorum ducum di Guglielmo di Jumièges, con stesura di aggiunte, la vita di san Willibrod scritta da Alcuino, quella di san Aethelwold scritta da Wolstan, e anche altre vite di santi, inni e sermoni. Il genere di certi suoi interventi consente di ipotizzare abbia assunto cariche importanti di direzione dello scriptorium come della biblioteca.

L’opera maggiore di Orderico è la sua Historia ecclesiastica cui dedicò ben trent’anni della sua vita, dal 1114 al 1142.

Commissionato all’inizio dall’abate Ruggero, Orderico comincia a redigere la storia del monastero di Saint-Evroult con l’intento di lasciare ai posteri il ricordo dei fondatori e benefattori dell’abbazia. Tuttavia la posizione temporale e geografica facendosi man mano sempre più ampia, la stesura quindi diventa una storia universale : da una parte, le ambizioni politiche dei Normanni non avevano più limiti; dall’altra la Chiesa, di per sé, espandeva la vocazione cattolica; di conseguenza la visione di Orderico deve continuamente collocarsi in una prospettiva più ampia. Il titolo dell’opera, ispirato a Bede il Venerabile, avrebbe potuto ugualmente essere Gesta Dei per Normannos.

L’opera consta tredici libri. I primi due, stesi tra il 1136 e il 1140, fanno da apertura alla cronaca universale dall’anno primo al 1142, alla maniera di Girolamo, di Sigiberto di Gembloux o di Marianus Scot. I libri successivi (3, 4, 5), scritti dal 1114 al 1129, narrano le vicende normanne in Inghilterra e in Italia. Il libro 6, steso attorno al 1131, è del tutto dedicato alla storia e al patrimonio del monastero di Saint-Evroult, mentre gli ultimi sette, la cui stesura dura dal 1133 al 1140, appaiono come una storia della cristianità dal 1080 al 1140, che guarda alle vicende internazionali dal punto di vista dell’ambiente normanno e da quello dell’abbazia di Saint-Evroult.

Sono tante angolazioni diverse, ma altrettanti sono gli argomenti svolti nell’opera. Sembra che tutto quanto può accadere in questo mondo sia degno di apparire nella Historia ecclesiastica : guerre, matrimoni, tempeste, fondazioni monastiche, naufragi, miracoli, mode del vestiario, vita e morte dei principi, usanze insolite, voci pubbliche, ecc. Tutto quanto viene narrato con equidistanza, con lo stesso rigore e la stessa precisione. Ma per quanto la critica abbia indugiato ad elencare le digressioni della Historia ecclesiastica e ad evidenziarne lo schema confusionario e le lungaggini, essa presenta comunque una grande coerenza. Nella teologia della storia appunto appare questa coerenza e si classificano i diversi centri di interesse. Attento all’operare di Dio nel mondo, Orderico prova a evidenziare la realizzazione della Città di Dio pur nell’inconcludente apparenza dei fatti.

Orderico differisce anche dagli altri storiografi medievali per via dell’abbondanza della documentazione di cui si avvale. Utilizza le opere dei suoi predecessori in una maniera molto critica senza ritenere dispregevole alcun documento scritto : vite di santi, raccolte di miracoli, annali, carte, atti ducali, decreti concilari. È capace di menare lunghe ricerche per ottenere un documento di valore e non esita nell’indagare sui fatti avvenuti nella regione di Saint-Evroult.

Pienamente informato delle vicende del secolo, Orderico ci offre una documentazione di primissimo interesse nei campi più svariati : la sua opera si presenta dunque come una storia contemporaneamente religiosa, sociale, economica, amministrativa, intellettuale e perfino genealogica.

Il lettore di oggi è ugualmente colpito dalle qualità letterarie di questa narrazione. Storico di mestiere, Orderico è anche uno scrittore di grande talento. Gli piace periodizzare la stesura in episodi, dosare la drammatizzazione, descrivere il paesaggio e far parlare i personaggi. Alcuni tratti della Historia ecclesiastica sono con ragione famosi, quali il Naufragio del Bianco Veliero (1120), il funerale di Guglielmo il Conquistatore (1087) o la Mesnie Hellequin (la visione avuta di notte da un sacerdote della regione di Lisieux nel 1091).

 

Pierre Bouet
ouen - Office universitaire d'études normandes
Université de Caen

 

ÉDIZIONI

- Migne J.-P., Orderici Vitalis, angligenae coenobii Vticencis monachi, Historiae ecclesiasticae libri tredecim, dans Patrologie latine, 188, Paris, Garnier 1890, col. 15-984.
- Le Prevost A., Orderici Vitalis Historiae ecclesiasticae libri tredecim, 5 vol., Paris, Renouard, 1838-1855.
- Chibnall M., The ecclesiastical History of Orderic Vitalis, 6 vol., Oxford, Clarendon Press, 1969-1980
(avec tradcution anglaise).

STUDI

- Delisle L., Notice sur Orderic Vital, au tome 5 de l'édition d'A. Le Prévost, Paris, Renouard, 1855, p. I-CVI.
- Wolter H., Ordericus Vitalis. Ein Beitrag zur kluniazensischen Geschichtsschreibung, Wiesbaden, Steiner, 1955.
-Ray R. D., Orderic Vitalis on Henry I : theocratic ideology and didactic narrative. Essays in Honor of R.C. Petry, 1974, p. 119-134.
- Chibnall M., The world of Orderic Vitalis, Oxford, Clarendon Press, 1984.
- Musset L., L'horizon géographique, moral et intellectuel d'Orderic Vital, La Chronique et l'histoire au Moyen Age, 1984, p. 101-122.
- Bouet P., Orderic Vital, lecteur critique de Guillaume de Poitiers, Mediaevalia christiana (XIe-XIIIe s.). Hommage à R. Foreville, Tournai, Éditions universitaires, 1989, p. 25-50.

 

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