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Morte e sepoltura : i riti funerari

I monumenti sepolcrali

La volontà dei conquistatori normanni di fondare la loro legittimità dinastica fa la sua comparsa immediatamente dopo la conquista, quando Roberto il Guiscardo sceglie, nel 1069, il sito dell’abbazia della S.S. Trinità di Venosa, in Lucania, come luogo di sepoltura per le future generazioni della sua famiglia, alllorquando egli è insignito del titolo di duca di Puglia dal 1059. L’abbazia risulta già attaccata alla storia della famiglia : è stata consacrata nel 1059 da Drogone d’Altavilla, ma sarà Roberto il Guiscardo a conferirle il nuovo statuto. Roberto fece traslare le spoglie dei fratelli maggiori, Guglielmo Braccio di Ferro e Drogone nell’abbaziale ; egli stesso vi sarebbe stato inumato nel 1085, seguito dalla prima moglie, Alberada di Buonalbergo († dopo il 1111), che aveva ripudiata.

Soltanto la tomba di Alberada ci è giunta intatta. Si presenta sotto la forma di un sarcofago sormontato da fronte triangolare sorretto da colonne. I sepolcri di Guglielmo e di Drogone risultano meno monumentali, pur distinguendosi anch’essi dalla tradizione di umiltà più generalmente diffusa nell’ambito normanno, la quale impiegava semplicemente lastre recanti inciso un epitaffio. Questo cambiamento dei modelli prescelti sembra rispecchiare chiaramente la tendenza imperiale orientale.

Il monumento sepolcrale costruito per Boemondo di Taranto, primogenito di Roberto e Alberada ma respinto dall’eredità, morto a Bari nel 1111 col titolo di principe di Antiochia, città che aveva persa, rivaleggia con il santuario dinastico « legittimo » di Venosa. Questo monumento imparentato alle tombe dei martiri di tradizione paleocristiana, o anche ai mausolei dei principi musulmani, fiancheggia la cattedrale di Canosa in Puglia ; in quanto cappella sepolcrale accomunante le influenze architettoniche di gusto romano, bizantino e islmaico, rimane una realizzazione architettonica del tutto eccezionale.
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