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Le Grandi città dell'Italia Normanna

Taranto

Il nome di Taranto è associato a quello di Boemondo, figlio dal primo letto di Roberto il Guiscardo. Prima di conquistare Antiochia durante la Prima Crociata, Boemondo aveva ricevuto questo feudo in compenso della mancata eredità del ducato di Puglia, concesso dal Guiscardo a Ruggero Borsa, figlio del suo secondo matrimonio con una principessa longobarda.

Taranto è stata un’importante colonia greca e una florida città romana. In declino dal VI secolo, la città era stata abbandonata dopo un’incursione araba successa nel X secolo. Taranto venne di lì a poco ripresa dai Bizantini e divenne una piazzaforte imperiale, aperta dal suo golfo sul mare Ionio come sul Mediterraneo orientale. Questa è una delle poche città dell’Italia del sud ad aver conservato nell’epoca medievale aspetti tipologici dell’urbanesimo antico, in virtù anche dello spazio topografico.

La città antica è una propaggine aperta a sud sul golfo, il Mare Grande, e che sbarra una laguna a nord, il Mare Piccolo. Taranto è a quel modo difesa dall’acqua, e il canale del porto si doveva già varcare con un ponte tra penisola e terraferma. La città presentava una planimetria longitudinale allineata su una via principale che si apriva ad est con la Porta di terra, ed a ovest con la Porta Marittima. In quest’area sono situati il castello ad ovest, i cui tratti più antichi visibili oggi risalgono al periodo aragonese (XIV secolo) e la cattedrale fondata nell’XI secolo dal vescovo Drogone (1070), il cui nome è menzionato tra quelli dei dignitari presenti alla consacrazione dell’abbazia di Montecassino. Soprattutto, entro il ducato di Puglia, Taranto è sede di un principato riservato ai figli degli Altavilla, anche minorenni, come fu il caso per Guglielmo, nipotino di Ruggero II, re a 13 anni (1166-1189).

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