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Morte e sepoltura : i riti funerarii

Le sepolture reali

Contrariamente ai suoi fratelli, Ruggero Granconte († 1101) seglie la S.S. Trinità di Mileto come luogo di sepoltura per sé e i suoi familiari.

Tale scelta del fratello di Roberto il Guiscardo si contraddistingue da quella del fratello maggiore, prima nella rottura dal santuario dinastico di Venosa, poi nell’ispirazione ai modelli romani anziché orientali. La sua sepoltura è un sarcofago del III secolo portato dalla Campania per ricevere la spoglia del conte. Sembra che Ruggero abbia seguito in questo l’esempio del papa, dal quale aveva ricevuto la legazia per la conquista della Sicilia. Sembra che Ruggero avesse in effetti conosciuto il sarcofago di Gregorio VII († 1085) nella cattedrale di Salerno.

Ruggero I, il conquistatore della Sicilia, aveva preferito come luogo di sepoltura un’abbazia fondata dall’abate Robert di Grandmesnil. Ruggero II, incoronato re di Sicilia nel 1130, come i suoi successori, dovranno eleggere nell’isola un sito degno dell’autorappresentazione della nuova dinastia. Tra altre fondazioni reali, come le cattedrali di Cefalù e Monreale, è la cattedrale di Palermo ad avere riportato la vittoria. Vi è conservato il trono reale. La sepoltura era un sarcofago di porfido sormontato da baldacchino libero, tradizione che si sarebbe protratta fino all’epoca federiciana. La scelta del materiale, il porfido, è di gusto imperiale bizantino, mentre il motivo del baldacchino segna un avvalersi di opere antiche. In entrambi i casi, la monarchia cerca di competere con la duplice tradizione imperiale di Oriente e di Occidente.

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