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Vivere in città

Il paesaggio urbano

I Normanni non erano portatori di un determinato modello di impianto urbanistico o di architettura urbana : si adeguarono alle situazioni locali ; i loro interventi erano comunque sempre messi in rilievo da nuove fondazioni o ricostruzioni di chiese, e l’erezione di torri o di castelli, il più delle volte a cavallo di un preesistente muro di cinta. I palazzi reali e i giardini ornamentali rimangono un caso a parte riservato esclusivamente a Palermo, capitale dei re normanni.

Il paesaggio urbano in Italia meridionale presenta un variegato panorama di diversità. Lungi dal ripetere unicamente il catasto parcellare romano, conosce molti casi di abbandono o di ripiegamento di città entro stretti recinti, sui crinali delle alture, o al riparo in un’ansa di fiume, come a Caserta o a Capua in Campania. Ma l’organizzazione urbana risulta anche più recente come nelle città fondate dalle autorità bizantine all’inizio dell’XI in Puglia, con impianto lungo una strada centrale, la platea.

L’esistenza di un recinto è una componente significativa quando la popolazione tende a crescere durante il periodo normanno ; si costruisce con due e più piani, sopra pezzi di abbastanza piccole dimensioni, di quache diecina di metri quadrati. Si usa il tufo in Puglia e in Campania, nonché i mattoni e il legno. Di queste costruzioni sono rimaste pochissime tracce ; costruite in fretta, allestite male sopra fondazioni poco solide, si è concordi nell’ipotizzare si siano degradate, distrutte da incendi e terremoti, e siano in seguito state ricostrutte fin dal tardo medioevo. Soprattutto attraverso documenti d’archivio si possono individuare officine, negozi e magazzini lungo le vie, al pianterreno delle abitazioni. I vari strati sociali si mescolano infatti come in ogni città medievale, e soli alcuni mestieri vengono raggruppati in quartieri specializzati.

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