Le città d’Italia Meridionale

Il paesaggio urbano dell’Italia meridionale agli inizi del periodo normanno è segnato dall’eredità di una storia complessa. Alcune città risalgono a creazioni antiche, come Napoli e Palermo ed hanno sempre conservato un ruolo importante. Ma Napoli ha lo statuto di ducato indipendente mentre Palermo è la capitale da conquistare della Sicilia musulmana. Su Bari o Taranto si è appoggiata l’amministrazione bizantina, nelle aree in cui ha saputo mantenere intatti gli assetti imperiali basati appunto sull’intelaiatura delle città (Puglia, Calabria). Altrove, Benevento, Capua ed Aversa sono capoluoghi di gastaldati longobardi dove il raggruppamento di abitanti in piccoli agglomerati rurali fortificati (l’incastellamento) diventa concorrenziale per la rete urbana propriamente detta.

Per cui l’esistenza della cinta di mura, nella quale distinzione si individua di solito la città, non indica praticamente più una prova abbastanza convincente per permetterle di ricoprire una parte più importante di quella dei castra, ossia siti fortificati da signori sempre più agitati da velleità d’indipendenza. Infine, i disordini accaduti nell’altomedioevo hanno sconvolto la viabilità antica : strade e ponti senza manutenzione o tagliati avevano posto nell’isolamento città situate sui crinali delle alture, ripiegate su posizioni difensive quando incombeva la minaccia di incursioni dei pirati musulmani.

Molte città sono allora soltanto grandi agglomerati, neanche organizzati dalla presenza di sedi vescovili, troppo numerose per conferire ai loro titolari un peso vero. Si contraddistinguono da questa massa di agglomerati soltanto alcune città create su porti o basate in regioni agricole particolarmente floride e che hanno bisogno di mercati : Napoli, Palermo, Messina o Brindisi… In genere, In generre, sarà il decollo economico di quel periodo a favorire, più delle iniziative volute dai Normanni, l’estensione urbana attestata soprattutto nel XII secolo.