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Il mondo rurale

L'agricoltura

Ancor meno di quanto fosse successo in Normandia nell’epoca dei primi insediamenti scandinavi, l’immigrazione normanna nel Mezzogiorno non va giudicatata fenomeno di colonizzazione rurale. I nuovi arrivati sono una minoranza di guerrieri. Le popolazioni indigene sono e rimangono dei contadini nella stragrande maggioranza.

I soli fenomeni di importanti movimenti di popolazione rurale riguardano la Sicilia dove i Normanni incoraggiano contadini cristiani a stabilirsi, in particolare quelli provenienti dalla Calabria. Invece le partenze massicce di contadini musulmani dall’isola succederanno soltanto alla fine del periodo normanno.

Nella parte continentale, è interessante rilevare che l’arrivo dei Normanni in un contesto di anarchia politica e anche l’espansione del loro regno, nonostante i periodi di crisi politiche e qualche discesa delle truppe imperiali, si svolgono su sfondo di crescita demografica e sviluppo economico, dovuto all’attività agricola.

In quell’epoca di crescita si devono tuttavia distinguere tre fasi diverse. Nell’XI secolo la manodopera rurale ha scarse disponibilità. Nel XII secolo le zone di pianura sono interamente valorizzate con vasti drenaggi o canali d’irrigazione : di conseguenza si è attuato un popolamento delle terre collinari e dei bassi pianori ; sono nate delle città nuove, mentre altre si sono sviluppate grazie ai redditi del prodotto agricolo. Infine, sul finire del XII secolo e in quello successivo, i diboscamenti sono giunti al massimo e cominciano a verificarsi fenomeni di sovrappopolazione.

Esistono comunque tante differenze nella geografia e nel rilievo del paese : è preferibile sistemarsi sulle ricche terre pianeggianti di Campania piuttosto che ricevere una signoria in un’arida rocca calabrese, come accadde a Roberto il Guiscardo quando fece il proprio esordio.

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