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Signoria e feudalità

La monetazione

Nella loro progressiva penetrazione in Italia meridionale, i Normanni si adeguano alle situazioni monetarie delle varie zone, come del resto anche i Normanni in Inghilterra. Erano due le aree numismatiche prenormanne: nella parte continentale vigevano monete bizantine d'oro e di rame, e i tarì di imitazione araba ad Amalfi e Salerno; in Sicilia, gli Arabi avevano un sistema monetario basato sul dinar d'oro e sul dirhem d'argento.
Le prime monete prodotte in Italia dai Normanni sono alcuni follari anonimi battuti sotto il Guiscardo e Ruggero I; quest'ultimo, dopo la conquista della Sicilia, introduce nell'isola nuovi tipi di tarì, kharrube e follari, contrassegnati da una croce a T. Ma la vera riorganizzazione monetaria si ha con Ruggero II : il sovrano proibisce intanto la circolazione di monete straniere e ne introduce una sua, il ducato Con la riforma monetaria del 1140 viene imposto come moneta di riferimento in tutto il regno il tarì siciliano.
La produzione delle monete era concentrata in poche zecche: Palermo e Messina per i tarì siciliani; Salerno per i follari del ducato di Puglia; Amalfi per i tarì di oro basso.

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