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Signoria e feudalità

La guerra

Il guerriero normanno viene il più delle volte designato sotto il vocabolo latino « miles » tradotto in genere con cavaliere. Il cavaliere dell’XI e del XII secolo è innanzitutto colui che è abbastanza ricco da provvedere all’equipaggiamento indispensabile al mestiere delle armi : la guerra, e particolarmente saper combattere a cavallo.

L’equipaggiamento dei cavalieri normanni nel Mezzogiorno è ben noto ed è stato raffigurato tanto in capitelli scolpiti di grandissimo interesse nel chiostro di Monreale, quanto nelle miniature del cronista Pietro da Eboli. Colpisce il fatto di ritrovare quasi identiche le caratteristiche tipologiche descritte nel famoso Arazzo di Bayeux : cotta di maglia che ricopre il corpo dalla testa fino alle ginocchia, grande scudo in legno, bardato di ferro e di cuoio, casco con proteggi-naso ; lunga spada e lancia per la carica frontale. I Normanni si erano infatti specializzati nell’attacco della cavalleria, il quale comunque era familiare ad alcuni dei loro avversari, come i soldati bizantini ad esempio.

Esistono già dei riti di consegna delle armi in questo ceto di guerrieri ; quello più significativo è la rimessa della spada (l’adoubement, cerimonia della vestizione), nata da una tradizione germanica che sacralizza l’accesso a una classe privilegiata, ma anche spesso indocile e ribelle al potere centrale. Fin dall’epoca di Ruggero II, il re cerca di limitare l’accesso al ceto dei cavalieri ai soli discendenti di quella nobiltà.

Con l’avvento della monarchia nel 1130, Ruggero II d’Altavilla tenterà di regolare quell’energia bellica inquadrando i titolari di feudi negli ingranaggi di una « funzione pubblica » regia dalla gerarchia strutturata. Il re ristabilisce l’uso della forza in quanto prerogativa esclusiva del potere reale appoggiandosi su una fitta rete di piazzeforti e sul monopolio dell’inglobamento di masse di uomini sotto il proprio comando, coerentemente con i servizi dovuti da ogni feudo (quaranta giorni per un semplice cavaliere, così come accadeva nel ducato di Normandia.).

Nel Mediterraneo, ancor meno che nelle sue terre di origine, il guerriero normanno non sarà mai più un marinaio. Per le spedizioni navali, il re normanno deve appellarsi ai sudditi greci o musulmani o stringere patti con le città marinare italiane.
 

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