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La vita nelle città

Le case di pietra in epoca romanica

L’arte costruttiva nel mondo anglo-normanno ci è nota prevalentemente tramite i capolavori dell’architettura militare e di quella religiosa; dei modi di vivere, dell’XI e del XII secolo, abbiamo notizie attraverso gli scavi archeologici di habitat cavalleresco, particolarmente in ambiente rurale.

Di approccio più difficile invece l’insediamento urbano, per via delle tante distruzioni e delle successive riedificazioni in uno stesso luogo nell’arco di più secoli, ma anche per colpa di idee preconcette a proposito del paesaggio urbanistico alla fine del Medioevo, qual’è stato conservato, e spesso in parte ricostituito, e in cui prevalevano le costruzioni con strutture in legnami. La ricerca archeologica come la conferma acquisita avvalendosi degli scritti di ripetuti incendi, con i conseguenti danni in quartieri, anzi città intere, mostrano chiaramente che questa impressione non è priva di qualche fondamento. È senza dubbio maggioritaria la costruzione lignea, pur non escludendo del tutto l’esistenza di un habitat di pietra, questo fin dal XII secolo almeno nelle principali città ducali.

L’analisi più approfondita della situazione è stata attuata a Rouen, dove l’interesse per l’argomento ha conosciuto una spinta nuova allorquando vennero rinvenute ricche dimore ed altri edifici eretti entro il "Clos des Juifs" (i muri degli Ebrei). Le citate costruzioni presentavano tutte quante le peculiarità tecniche e decorative dell’architettura normanna nel periodo romanico.

Alcune ricognizioni sistematiche hanno portato a individuare mediante gli archivi o i sondaggi archeologici nuove case di pietra costruite nella capitale normanna, di cui l’andamento planimetrico fosse paragonabile. Sono a pianta quadrangolare con muri molto spessi costruiti in un apparecchio di bella pietra da taglio. Il pianterreno, seminterrato per alcuni tratti, è voltato e comporta una dispensa ; può anche aprirsi sulla strada se necessitato da un negozio o da qualche bottega. Un piano con vano unico su tavolato comprende la sala dei ricevimenti mentre un secondo piano, di rado rappresentato, ospita le camere da letto. Infine, tale complesso può presentare la sistemazione a solaio del sottotetto.

Tale altimetria con due o tre piani è chiaramente influenzata dall’habitat signorile : dipendenze interrate, aula (sala dei ricevimenti) e camerae (stanze private) ai piani superiori. L’esistenza di comodità, per es. camini murali o talvolta latrine con accesso dall’edificio principale, viene a conferma della ricchezza dei proprietari, i quali, fossero mercanti, religiosi o laici in carica presso il duca o l’arcivescovo, erano in grado di issarsi all’altezza del modo di vivere signorile. L’abbondante ornamentazione scultorea rinvenuta : capitelli reggenti il voltamento dei vani bassi, aperture con colonne e cordoni, muri decorati di arcate cieche e di archi di ghiera spezzata, ci induce a rivedere almeno in parte il nostro giudizio a proposito del paesaggio urbanistico del XII secolo.

 

Bibliografia :
- Dominique Pitte, avec la collab. d'Eric Follain. - La maison rouennaise en pierre au XIIe et XIIIe s. - Patrimoine normand, 40, nov.-dec. 2001-janvier 2002, p. 44-51.
- Dominique Pitte. - Rouen (Seine-Maritime), XIIe s., grande maison en pierre à deux étages sur cellier semi-enterré. In : Cent maisons médiévales en France, Paris, CNRS, 1998, p. 207-209.  

 

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