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Signoria e feudalità

Dal cavallerizzo al cavaliere

Dei cavallerizzi bardati di ferro nell’atto di espugnare d’assalto le difese del nemico durante irresistibili cariche e che colpiscono colla spada e la lancia nella mischiaI cavalieri (milites) di Guglielmo il Conquistatore che maneggiano la lancia come arma da gettata Tapisserie de Bayeux. Questa è l’immagine che ci viene tramandata dalla letteratura dell’XI e del XII secolo, in cui, fossero inglesi o italiani, i cronisti facevano un ritratto quasi identico dei guerrieri normanni narrando il loro ardimento nel combattimento, Cavalieri alla carica, lancia in resta. Bury-St Edmundsla grande qualità del loro armamento come l’efficacia della loro cavalleria.

L’Arazzo di Bayeux viene a conferma di quell’immagine di guerriero normanno figurato innanzitutto in quanto cavallerizzo allenato alle nuove tecniche di combattimento. La lancia viene ancora usata alla maniera di un giavellotto, ossia proiettata da lontano, ma il famoso documento mostra chiaramente delle cariche in blocco compatto, con la lancia abbassata per sfondare le file avverse. Tale innovazione rende indispensabile il mobilitare dei combattenti abbastanza ricchi per provvedere all’equipaggiamento del cavallo e del suo cavallerizzo, i quali, dall’altra parte, possano disporre del tempo libero necessario per allenarsi alle armi come alle tecniche di combattimento in truppe.

Monumento sepolcrale con la figura giacente del cavaliere Guglielmo di Friardel, inizio del XIII secoloQuest’evoluzione non sembra propria della Normandia, ma la fama bellica dei Normanni si risente senza dubbio anche del fatto che, a partire dal regno di Guglielmo il Conquistatore, il duca cercò di mantenere quegli specialisti della guerra sotto la propria tutela per disporre quindi di un esercito abbondante ed efficace. L’unità di base del sistema feudale normanno è in effetti il feudo di usbergo, i cui redditi permettono di mantenere un combattente a cavallo, e di provvedere in particolare all’acquisto della sua cotta di maglia (l’usbergo). Questi feudi vengono raggruppati in baronie il cui detentore è sottoposto all’autorità del duca e gli rende omaggio vassallatico di persona.

Il cavaliere (a destra), la torre e il pedone, pezzi in avorio di tricheco. Gli scacchi erano un gioco molto apprezzato dal ceto cavallerescoOltre le truppe addette alla persona stessa del duca e a quella dei grandi feudatari, il cavaliere vive sulle sue terre, nel suo castello, da dove viene chiamato a servire per periodi di quaranta giorni, allorquando il duca convoca il suo esercito. Golia raffigurato come un guerriero normanno, capolettera B, "Commentario di sant’Agostino sui Salmi", abbazia di Saint-Evoult, XImo-XIImo sec. Bibliothèque municipale de RouenEgli partecipa ad inquadrare i contadini, per il suo profitto, ma nel rispetto della Pace del Duca, quando gode il pieno dei suoi poteri.

Questo gruppo di cavalieri sta creando un ceto sociale nuovo, dai contorni poco delineati. Essi differiscono dall’aristocrazia proveniente dalla cerchia ducale. In qualche caso possono anche essere estranei alla Normandia, essendo chiamati dal duca al suo servizio, particolarmente per la conquista dell’Inghilterra. Non hanno l’esclusiva dell’uso delle armi : durante, per esempio, la battaglia di Tinchebray, nel 1106, l’esercito è composto nella maggior parte di pedoni ; dei mercenari sono assoldati fin dal regno di Guglielmo, e quindi, sistematicamente, durante il regno di Enrico II Plantageneto.

Ci volle dunque una lunga maturazione tra l’XI secolo e il finire del XII secolo, perché nascesse cioè su dei riti e un’ideologia, il cetoche si sarebbe chiamato l’ordine cavalleresco.

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