Il museo dipartimentale delle Antichità di Rouen (Musée départemental des Antiquités de Seine-Maritime) fa parte dei pochi musei francesi che conservano qualche traccia delle scorrerie vichinghe : due fibbie rinvenute nel 1865 in una tomba femminile lungo la valle della Senna, nonché delle armi uscite dal dragaggio della Senna.

Alcuni elementi lapidei provengono da famosi monumenti della regione :

- I capitelli di Saint-Georges-de-Boscherville, appartenenti al chiostro del XII secolo, erano stati seppelliti quando la chiesa venne riscostruita nel XVI secolo. Furono rinvenuti allorquando lo stesso chiostro venne distrutto nell’Ottocento e, anche prima di raggiungere il museo, furono proprietà di grandi figure normanne, ossia Hyacinthe Langlois e Auguste Le Prévost.
- La statua e il capitello provenienti dalla cattedrale di Rouen appartengono ai pochissimi elementi scultorei anteriori al XIII secolo oggi superstiti. Il capitello è stato rinvenuto nell’anno 1832 durante lavori di consolidamento delle fondamenta del portale occidentale. Per quanto riguarda la statua, essa è in riuso nel XVI secolo nel basamento della torre lanterna ; è stata smontata e trasferita al museo nel 1834, anno in cui venne allestita la nuova torre in ghisa.

Dalle grandi abbazie normanne proviene la maggior parte dei pezzi di arte preziosa :

- La croce del Valasse, uscita miracolosamente indenne dai sequestri del periodo rivoluzionare, venne messa al riparo da un abitante della parroccchia per molti anni, prima di essere riconsegnata ai nuovi proprietari dell’abbazia, i quali la vendettero, tramite Auguste Le Prévost, al museo di Rouen nel 1843.
- Il tau in avorio appare nei cataloghi del museo tra il 1840 e il 1845, ma è detto solo più tardi, nel 1868, dall’abate Cochet, della sua provenienza da Jumièges. Non risulta quindi sicurissima l’origine di un pezzo così raro.
- I pastorali dell’abbazia di Saint-Amand di Rouen sono stati rinvenuti ben due volte : nel 1856 quando venne aperta la via de la République nel contesto delle grandi imprese urbanistiche di Rouen ; quindi, nel 1864, per la seconda volta, in occasione di operazioni circoscritte. Così come il pastorale di Jumièges, sono la testimonianza della floridezza delle due grandissime abbazie benedettine della valle della Senna.
- Per quanto riguarda i due avori salernitani, il sogno di Giuseppe e l’olifante, uno è stato acquistato da un antiquario parigino, mentre l’altro proviene da una grande vendita pubblica.

Si deve a successive operazioni urbanistiche il rinvenimento di oggetti della vita quotidiana, quali pedine di giochi durante i lavori avvenuti per le importanti aperture di strade nell’Ottocento, ceramiche provenienti dai lavori di rifacimento del cortile del Palazzo di Giustizia a Rouen, durante i quali venne a delinearsi un notevole edificio del XII secolo.

Tornano in mente grandi figure della storia e della salvaguardia del patrimonio nel corso dei vari acquisti : Hyacinthe Langlois, Auguste Le Prévost, l’abate Cochet, ma anche Thaurin, il quale seguì pazientemente l’intero svolgimento dei lavori urbanistici a Rouen nell’Ottocento. Ma soprattutto al primo conservatore del Museo, Achille Deville, conviene rendere omaggio per la sua grande avvedutezza : tra il 1831 e il 1848, seppe comprare per il museo dei pezzi particolarmente significativi dell’arte normanna.

 

Prima dei Normanni : I Vichinghi
Elementi scultorei e lapidei
Alto artigianato artistico, arte sacra
Ceramica e oggeti della vita quotidiana