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(canton de Duclair, Seine-Maritime)

Abbazia, Chiesa di Notre-Dame

    Fondata nel VII secolo da saint Philibert, l’abbazia fu distrutta dai Normanni in maggio dell’anno 841. Abbandonata dai religiosi verso la fine del decennio 850, essa fu riallestita nel 942 da un gruppo di monaci venuti da Saint-Cyprien di Poitiers per volere di Guglielmo Lunga Spada. Bisogna comunque aspettare il periodo successivo all’anno Mille per assistere ad una vera e propria rinascita , segnata in particolare dall’arrivo dell’abate Thierry, discepolo di Guglielmo di Volpiano. La fase seguente iniziò con la costruzione della nuova chiesa di Notre-Dame, nel 1040, e l’edificio venne quindi consacrato nel 1067, in presenza di Guglielmo il Conquistatore. In epoca ducale, Jumièges era sede di un importante scriptorium dal quale provengono molti manoscritti oggi conservati alla biblioteca comunale di Rouen. L’abbazia possedeva anche alcuni libri preziosi di origine anglosassone, donati dall’abate di Jumièges Robert Champart, diventato successivamente vescovo di Londra nel 1045.

I resti più antichi di cui si conservi l’alzata sono quelli della chiesa di Saint-Pierre. Benché alle parti occidentali di questa chiesa sia stata per molto tempo attribuita una datazione del X secolo, nuove analisi svolte recentemente hanno consentito di avanzarne una anteriore, cioè della fine dell’VIII secolo o dell’inizio del successivo. Tali tratti potrebbero dunque far parte della chiesa carolingia ; secondo una tradizione documentata in un racconto del X secolo, il duca Guglielmo Lunga Spada l’avrebbe fatta sterrare e salvare dalle acque nel 942, dai monaci di Poitiers appunto.

Di grandiose proporzioni, la chiesa di Notre-Dame è tra le più importanti soluzioni architettoniche in Normandia all’epoca di Guglielmo. Accanto a caratteri arcaici, ereditati dalla chiesa carolingia preesistente (corpo di facciata occidentale con torri gemelle e galleria soprastante il portale, profonde gallerie superiori sopra i bracci del transetto) emergono quelli innovativi quali la presenza di un passaggio entro lo spessore dei muri, al di sopra del transetto, o l’abbondanza di registri di arcate indossate nei livelli superiori delle torri di facciata. Testimoniano dello spirito creativo nuovo che appare a partire dalla metà del secolo nel campo della “ plastica murale ”. 
Degli edifici del chiostro di epoca ducale superstiti le sole rovine della grande sala della foresteria, sul lato ovest del chiostro (prima metà del XII sec). Nella facciata si è conservata una ricca ornamentazione di fregi geometrici e di mascherine soprastanti le aperture. Nella campata mediana, un piccolo padiglione in avancorpo, anch’esso del XII secolo, opsitava l’ingresso e un parlatorio.

Jacques Le Maho

Bibliografia

- Musset, Lucien. - Normandie romane, t. 2, La Haute-Normandie, collection " Zodiaque ", La Pierre-qui-Vire, 1974, p. 61-123
- Le Maho, Jacques. - L’abbaye de Jumièges, Editions du patrimoine, 2001.